Oggi esaminiamo una tipologia di conto corrente tra le più utili di tutto il panorama del settore: il conto corrente cointestato.
Che tu sia un componente di un nucleo famigliare o un soggetto facente parte di una società, il conto corrente cointestato rappresenta la soluzione ideale per un risparmio sensibile di tempo e denaro.
Nei paragrafi seguenti, vediamo come avere accesso al conto corrente cointestato, che tipi di conto corrente cointestato ci sono e quali vantaggi comportano.
Come si apre un conto corrente cointestato
Per aprire un conto corrente cointestato, ogni richiedente deve depositare una firma in banca. Il conto corrente potrebbe già essere stato aperto in precedenza, quindi, su richiesta delle parti interessate, è necessario aggiungere la firma per renderlo cointestato. Due tipi di conto corrente cointestato sono disponibili a seconda delle esigenze:
- A firma congiunta
- A firma disgiunta
Il conto corrente a firma congiunta è la soluzione ideale per conti cointestati a persone facenti parte di una stessa organizzazione aziendale. Con questo conto, infatti, qualsiasi operazione non può essere approvata senza la firma di tutti gli intestatari: se vogliamo è una sorta di controprova che le operazioni partite da quel conto siano state effettivamente approvate da tutti.
Viceversa, il conto corrente a firma disgiunta è più adatto ai nuclei famigliari: tipicamente marito, moglie ed eventuali figli maggiorenni. Questo tipo di conto, infatti, ogni intestatario può effettuare autonomamente movimenti di qualunque natura sul conto.
Perché è vantaggioso avere un conto cointestato
Il principale vantaggio di avere un conto cointestato sta nella sensibile riduzione dei costi di gestione: invece di pagare il canone mensile per tutti i conti singolarmente, l’organizzazione che decide di aprire un conto corrente cointestato ripartisce in egual misura sugli intestatari le spese di gestione. In più, avere un unico conto permette di vigilare al meglio sulla trasparenza dell’attività di quell’organizzazione.
Stesso discorso si può fare per i nuclei famigliari, dove si suppone maggiore fiducia.
Altri vantaggi del conto corrente cointestato sono le tutele legali in ogni situazione.
Pignoramenti, separazione, decesso: cosa succede
Vediamo cosa succede in ognuno di questi casi particolari, per comprendere se il conto corrente cointestato tutela a sufficienza ogni intestatario.
I creditori possono prendere il conto cointestato fino al 50% se uno degli intestatari del conto viene pignorato. In altre parole, gli altri intestatari saranno protetti e non saranno colpiti da una situazione spiacevole che non li riguarda. In generale, è sempre meglio avere un rapporto di massima fiducia tra gli intestatari e mantenere sul conto solo ciò che è necessario per il suo scopo.
In caso di separazione o divorzio tra coniugi, invece, il conto cointestato viene tipicamente chiuso e l’ammontare del risparmio viene suddiviso in parti uguali. Ci sono poi casi particolari in cui uno dei due coniugi può dimostrare di avere diritto a una parte maggiore: in questo caso, invitiamo il lettore a consultare un legale.
Invece, se uno degli intestatari muore, ci sono due casi:
- Se il conto è a firma disgiunta, la cifra presente all’interno del conto viene equamente suddivisa: 50% all’intestatario rimasto in vita (tipicamente uno dei due coniugi) e l’altro 50% ripartito tra gli eredi (tipicamente uno o più figli, laddove non vi è un testamento che indica eredi diversi). Gli eredi, a loro volta, possono decidere se continuare con la firma disgiunta o passare alla firma congiunta.
- Se, invece, il conto è a firma congiunta, il conto corrente viene congelato e bisogna aspettare che vengano riconosciuti i legittimi eredi e che questi subentrino nella gestione del conto corrente. Quest’operazione prende il nome di successione del conto corrente cointestato ed è un processo che prevede che gli interessati presentino richiesta di successione all’Agenzia delle Entrate, fornendo i documenti necessari a riconoscere che siano loro legittimati a subentrare alla persona deceduta. Per ogni erede, è prevista una franchigia massima di un milione di euro: nel caso in cui la parte ereditata superi questa cifra, l’erede paga una tassa di successione che va dal 4 al 6% del totale, in relazione al grado di parentela con il defunto.