Perché Oggi Una Visione Ribassista Del Mercato Produce l’Effetto Contrario

Siamo di fronte al mercato azionario con uno dei trend rialzisti più longevi della storia, eppure sono tutti pronti a chiedersi quando finirà.

La crisi globale del 2007-2008 ha segnato profondamente l’animo degli investitori perché è venuta a mancare, per sempre, quel tipo di fiducia che c’era tra le banche e i clienti.

Credo che comprendi di cosa sto parlando se hai visto il film “The Big Short”.

Un investitore istituzionale indagò a fondo sul settore Real Estate e rimase profondamente colpito dalla facilità con cui venivano erogati mutui a clienti che non potevano assolutamente permettersi l’acquisto di una casa. Questi mutui, venivano poi estinti aprendo un altro mutuo: li chiamavano mutui sub-prime.

Iniziò dunque ad accumulare posizioni corte (vendite allo scoperto) sul settore, ma poi spostò l’attenzione sulle banche, che erano linearmente dipendenti alla concessione dei mutui.

Per farla breve, nonostante colleghi e clienti lo definirono un “pazzo visionario” iniziò ad accumulare posizioni corte sulle banche, anche quelle valutate AAA dalle agenzie di rating compiacenti. La storia ci disse che quell’investitore aveva ragione: la crisi delle banche fu tale che una di queste, la Lehman Brothers, la terza banca americana per capitalizzazione all’epoca dei fatti, il 15 settembre 2008 dichiarò fallimento.

9 Marzo 2009: una data da ricordare

Il crollo dei mercati finanziari che seguì al fallimento di Lehman Brothers produsse una crisi finanziaria mondiale e i prezzi di tutto il comparto azionario precipitarono fino alla data del 9 marzo 2009, dove gli indici azionari segnarono dei minimi di periodo che non sono stati più neanche lontanamente avvicinati.

L’indice più importante al mondo, lo Standard&Poor’s 500, il 9 marzo fece segnare un minimo di 666 punti. Oggi, poco più di 10 anni dopo, viaggia stabilmente sopra i 3000 punti.

Decenni in cui quelle aziende tecnologiche che hanno conquistato il mercato globale sono cresciute. Facebook, Apple, Amazon, Microsoft e Google sono i marchi che hanno beneficiato di un mondo sempre più social, connesso e tecnologico.

Perché gli indici americani non vanno assolutamente venduti

Nonostante i record storici che gli indici americani macinano anno su anno, il pessimismo, l’ombra che un nuova tempesta possa abbattersi sui mercati non ha permesso di festeggiare con il dovuto entusiasmo questi risultati.

Ecco perché, come da titolo, questo rialzo potrebbe essere destinato a durare ancora.

Con l’avvento massiccio del trading online, infatti, sono centinaia di migliaia le persone che fanno trading ogni giorno con la speranza di azzeccare il trade della vita. E, visto che nell’opinione generale, i mercati sono saliti troppo, ecco che tutti cercano di emulare il fortunato protagonista del film citato in precedenza.

Niente di più sbagliato. Ti spiego il perché:

  1. Per andare contro una tendenza di mercato di lungo termine ci vogliono spalle larghe e non è detto che basti: chiedilo agli hedge fund che sono saltati in questi anni.
  2. Non bisogna anticipare la tendenza di mercato: meglio assecondarla
  3. Quando sarà il momento di prendere posizioni ribassiste, il mercato ti darà occasione di entrare a un prezzo forse peggiore ma con minor rischio

Non sappiamo fino a quando le quotazioni del mercato americano sono destinate a salire. Le incognite relative a debito pubblico crescente, dazi e alcuni dati economici non proprio esaltanti ci sono: tuttavia, per il momento il mercato continua dritto per la sua strada e guai a contraddirlo.

Ci troviamo di fronte a un mercato che sale non tanto per sua forza, ma per rassegnazione di quei ribassisti che vengono “insaccati” e chiudono le proprie posizioni corte in perdita.

Finché la bolla va…lasciala andare

La percezione che il mercato sia in bolla esiste ed è concreta. Basterebbe solo confrontare i Price/Earnings delle società con i periodi precedenti le maggiori crisi per comprendere come i timori di una nuova crisi siano fondati.

Tuttavia, finché prevarrà il pessimismo, io sono convinto che continueremo a salire.

Le bolle, del resto, dovrebbero prevedere una parte conclusiva di surriscaldamento che si tradurrebbe in un ultimo ampio colpo di reni del mercato, prima di iniziare a prendere la direzione opposta.