In un mercato che aggiorna costantemente i massimi storici e non da’ la possibilità a chi ne è rimasto fuori di entrare, ci si chiede se le IPO sono una soluzione di investimento vincente.
Per chi non lo sapesse, per IPO si intende Initial Public Offering, ovvero offerta pubblica iniziale di azioni. Stiamo parlando, in buona sostanza, di società che sbarcano in Borsa per la prima volta.
Sembra dunque di essere tornati a cavallo degli anni tra il vecchio e il nuovo millennio, quando centinaia di nuove aziende si affacciarono sul mercato. Per chi se lo ricorda, i risultati furono devastanti: la stragrande maggioranza di queste public company fallì miseramente dopo alcuni mesi o anni dopo, ma tra i tanti fallimenti c’è anche chi ha fatto il trade della vita, acquistando le azioni di una allora sconosciuta libreria online dal nome bizzarro: Amazon.
Alla ricerca degli unicorni
Anche qui, è necessaria una premessa: per unicorni si intendono quelle IPO di aziende che superano il miliardo di dollari che non siano ancora quotate sul mercato. Si chiamano unicorni perché sono estremamente rare.
Se prendiamo in esame le maggiori IPO del 2019 americane i dati sin qui sono veramente scoraggianti, perché se pur in presenza di nomi importanti, le performance sono state piuttosto negative. Ecco la lista delle IPO principali:
- Uber
- Lyft
- Beyond Meat
- Avantor
- Cloudflare
Uber e Lyft sono due colossi del trasporto moderno. Tutti li conoscono come alternativa economica ai taxi, ma forniscono altri servizi come ad esempio la consegna del cibo a domicilio. Sono aziende che hanno investito tantissimo e che continuano a farlo per farsi conoscere, ma al momento non vi è alcun ritorno degli utili. La quotazione in Borsa è stata un flop.
Pinterest è un social network: attenzione! Non lasciamoci ingannare dai primi mesi negativi di contrattazioni, anche Facebook partì con lo scetticismo più totale e perse il 50% delle sue quotazioni in poche sedute. Discorso analogo si può fare per Snapchat, a lungo massacrata dal mercato, che sta via via migliorando i propri conti. Situazione per il momento ancora negativa, ma meglio monitorare.
Beyond Meat è la bolla del 2019: avrete sentito senz’altro parlare di questo laboratorio che produce in laboratorio prodotti sostituivi alla carne. L’IPO è stata un grande successo e il titolo in pochi mesi ha guadagnato oltre il 500%. Sgonfiato l’interesse per un titolo estremamente sopravvalutato, si è rimangiata quasi interamente tutto il guadagno, andando a polverizzare l’investimento di chi è entrato nel titolo con colpevole ritardo.
Avantor e Cloudflare, sebbene non ancora premiate dal mercato, sono sicuramente tra le IPO più interessanti dell’anno che ci stiamo lasciando alle spalle perché si occupano di un settore molto strategico e dal futuro radioso. Si occupano rispettivamente di laboratori farmaceutici e altri servizi scientifici la prima e di servizi di storaggio dei dati e di sicurezza informatica la seconda.
Ancora più emblematico è il caso di WeWork, una sorta di Airbnb degli spazi di lavoro, che ha posticipato, a data da destinarsi, l’IPO prevista per quest’anno.
Grande attesa per l’IPO di Airbnb e Saudi Aramco
Non casualmente l’ho nominata: Airbnb è senza dubbio tra le IPO più significative del 2020. Airbnb, un sito Web molto popolare e molto utilizzato negli ultimi anni, offre soluzioni di affitto a breve termine per privati che vogliono affittare la propria casa o una parte di essa.
Saudi Aramco sarà invece, secondo quanto dicono gli addetti ai lavori, l’IPO del secolo: il colosso petrolifero, infatti, si appresta a frantumare il precedente record di IPO di 25 miliardi di dollari, stabilito nel 2014 da Alibaba, specializzato nelle vendite online.
Ma, come l’esperienza ci ha insegnato, le IPO migliori sono spesso quelle che partono in sordina perché non hanno le luci dei riflettori addosso. È bene concentrarsi su quelle realtà che sono destinate a caratterizzare il nostro futuro: 5G, biochimica, energie alternative.